Riprende vita la “taberna” romana di Capannori in via Martiri Lunatesi, sorta e prosperata nella campagna lucchese del II-III secolo d.C., e distrutta da un incendio intorno al 250 d.C.
È stata infatti realizzata la ricostruzione virtuale del sito, che sarà presentata al pubblico sabato 28 aprile alle 11 l’auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca, in Piazza San Martino 7. Oltre agli archeologi Giulio Ciampoltrini, della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, e Alesando Giannoni, che ha curato il progetto, interverranno Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Capannoni, e Paolo Mencacci, membro della Fondazione Banca del Monte di Lucca.
Lo scavo. Le ricerche in via Martiri Lunatesi, iniziate nel 2005 e organizzate dal Gruppo Archeologico Capannorese grazie ai contributi e al sostegno del comune di Capannoni e della Fondazione Banca del Monte di Lucca, sono condotte, sotto la direzione scientifica di Giulio Ciampoltrini della Soprintendeza per i Beni Archeologici della Toscana, da Alessandro Giannoni, archeologo che guida un’équipe di collaboratori (archeologi e restauratori) composta da Massimiliano Piantini, Elena Genovesi, Bettina Lucherini e Laura Benucci, cui si affiancano i volontari del GAC.
Lo scavo ha permesso di portare alla luce un grande edificio composto da vari ambienti disposti in sequenza su un allineamento est-ovest, per una lunghezza di circa 35 metri, vissuto tra il 100 e il 250 d.C., totalmente dedicato ad attività di ristoro, come indicano le strutture da cucina e gli abbondanti residui alimentari rinvenuti. Esso si componeva di una sorta di tavola calda per il consumo al dettaglio (termpopolion) e di una taberna vera e propria per la consumazione di pasti caldi al tavolo.
Il crollo improvviso del complesso, causato da un incendio intorno al 250 d.C., o poco dopo, ha permesso la formazione di una stratificazione particolarmente ricca, che ha consentito di recuperare dettagliate informazioni su molti aspetti della vita dell’edificio, che in altri contesti di scavo non sarebbe stato possibile cogliere, grazie ai quali è stato possibile dare un solido fondamento scientifico alla restituzione virtuale.
La ricostruzione virtuale. A sette anni dall’inizio degli scavi, contestualmente alla progressiva musealizzazione “in loco” delle strutture del sito, consistenti nei muri di base, ancora in atto, e all’esposizione dei reperti provenienti dallo scavo all’interno della sezione archeologica del Civico Museo Luoghi e Genti dell’Auser, aperto nel gennaio 2011 in via Cardinale acini 20, a Capannori, si è ritenuto opportuno proseguire sulla via della divulgazione e della fruizione dei risultati di questi anni di lavoro: la ricostruzione virtuale del sito sarà infatti utilizzata all’interno del Museo a completamento del percorso di visita.
L’intento è mostrare come lo scavo sul campo non sia altro che un momento della ricerca archeologica, senz’altro fondamentale e affascinante, ma non esaustivo in sé delle sue finalità. Perché lo scavo non risulti un’operazione sterile, infatti, esso deve condurre ad un approfondito studio dei dati raccolti, finalizzato alla comprensione e interpretazione del sito nel suo insieme, cui devono seguire, in ultimo, la pubblicazione e divulgazione delle conclusioni raggiunte.
L’obiettivo, in ultima analisi, è rendere conto del lavoro svolto alla comunità, che osserva lo scavo dall’esterno e si interroga, talvolta entusiasta, talvolta perplessa, sul senso delle operazioni che gli archeologi portano avanti sul campo con pazienza certosina.
Criteri di realizzazione.
La ricostruzione tanto dell’esterno quanto degli interni si fonda su rigorosi criteri scientifici. Per quanto infatti un certo tasso di ipoteticità non possa essere taciuto, almeno per taluni aspetti rimasti poco definiti, la gran mole di informazioni che lo scavo ha permesso di raccogliere ha consentito di ridurre al minimo tali aspetti.
La collocazione e distribuzione degli oggetti all’interno degli ambienti, dunque, corrisponde, salvo rare eccezioni, alle posizioni di ritrovamento. Ove, invece, mancavano le informazioni fornite dallo scavo, come nel caso della mobilia e dell’arredamento, che pure senz’altro c’erano, si sono utilizzati modelli tratti da contesti rurali realmente documentati, soprattutto provenienti da Pompei e Ercolano.
Il museo
L’inserimento del rendering nel percorso espositivo del Museo Luoghi e Genti dell’Auser, in via Cardinale Pacini 20, a Capannoni, vuole inoltre essere un ulteriore motivo e invito, per chi non lo avesse ancora fatto, a visitarlo. Grazie a questo importante strumento, infatti, il visitatore, oltre a ripercorrere, attraverso reperti selezionati provenienti da importanti scavi, le principali tappe della storia del nostro territorio (dalla preistoria all’età del bronzo, al periodo etrusco e romano), potrà ritrovare molti dei pezzi esposti nelle vetrine nella loro originaria posizione e funzione all’interno degli ambienti dell’edificio ricostruiti virtualmente, con notevole effetto di suggestione.
Tra i pezzi più significativi in esposizione, sono alcuni tubuli in terracotta utilizzati per un primitivo impianto di riscaldamento, un’anfora vinaria tipo “Spello”, alcuni oggetti in bronzo, tra cui una chiave e un elemento anulare decorato a incisione, e in ferro, tra i quali spicca un campanaccio, oltre a elementi pertinenti agli infissi, quali i cardini di porte e parti di chiavistello.
Le ricerche 2012.
Per l’anno in corso il lavoro riprenderà, grazie al rinnovato impegno della Fondazione banca del Monte, nel periodo estivo e autunnale, con il completamento del consolidamento delle strutture del sito e la ripresa dello scavo nell’area del termopolion, ad ovest, che nella campagna passata, proprio per dare spazio alla voce “musealizzazione \ divulgazione”, si era dovuto sacrificare.
Capannori, 26 aprile 2012