“Qualcuno afferma che l’8 marzo è un rito. Forse lo è diventato, ma è anche una grande occasione per ragionare al femminile per individuare percorsi da fare insieme, per porre la situazione delle donne al centro della riflessione.
In questo momento di grave crisi economica i settori della popolazione che pagano questa situazione sono quelli più deboli ed in particolare le donne, che sono le prime ad essere licenziate perché, come si sa, le donne stanno a casa quando sono in gravidanza o per assistere i figli quando si ammalano e, se sono giovani, non riescono a trovare un impiego, o lavorano con un contratto a termine e quindi non hanno la possibilità di progettarsi un futuro, di mettere al mondo figli, di contrarre un mutuo perché nessuna banca glielo concede.
Il lavoro di cura verso la famiglia e verso gli anziani pesa quasi esclusivamente su di loro, anche se le nuove generazioni di padri sono più disponibili a condividere questi compiti con le loro compagne.
Eppure le donne si laureano in maggior numero e con voti più alti rispetto agli uomini, quando, raramente, rivestono ruoli di prestigio, dimostrano di avere grandi capacità organizzative, di sapersi relazionare, di saper esercitare la mediazione. Lo hanno sempre fatto nel loro vissuto e lo sanno fare anche sul lavoro.
Le donne hanno punti di vista diversi nell’affrontare i problemi; una società che si priva del loro punto di vista non può definirsi democratica. E’ proprio un problema di democrazia e di miopia escludere le donne dalla gestione della vita economica, sociale e politica.
Eppure le donne vogliono esserci e vogliono contare, vogliono mettere in campo le loro capacità e le loro prospettive, vogliono incidere sull’organizzazione della nostra società, vogliono mettere al centro della loro azione valori di fondo in grado di creare un mondo in cui i loro figli possano essere felici.
Per questo a Capannori è nata la Commissione Pari Opportunità, formata da donne di ogni età, di ogni estrazione sociale, di ogni orientamento politico, che sul territorio ha cercato di costruire una rete di donne, attraverso momenti di confronto, iniziative ed istituzioni di servizi, come ‘l’avvocato delle donne’, in grado di dare aiuto a coloro che attraversano momenti di difficoltà personale, familiare, lavorativa.
Per questo a Capannori si è investito moltissimo nei servizi alla prima infanzia per permettere alle donne di andare al lavoro tranquille perché i loro figli sono in strutture sicure ed efficienti.
Per questo a Capannori si sono fatti interventi che aiutino le donne ad alleggerire il lavoro di cura delle persone anziane. Si sono create molte occasioni in cui le donne possono uscire di casa e coltivare i propri interessi, mettendo a frutto le loro capacità.
Merita fare un’ultima osservazione in merito alle donne in politica che vuole anche essere un invito ed un incoraggiamento. Le donne, se vogliono cambiare la realtà, devono stare nei luoghi dove si decide, devono candidarsi nelle liste dei partiti, devono imporsi perché nelle liste il numero degli uomini sia pari a quello delle donne, anche se sappiamo che è difficile farlo. E’ difficile perché la politica ha tempi stabiliti sulle esigenze degli uomini, perché richiede sacrifici. Ma è importante esserci con i nostri valori, con la nostra passione e con la nostra voglia di non arrenderci“.
Gli assessori
Luciana Baroni e Lara Pizza
Capannori, 7 marzo 2009