giovedì 29 ottobre 2009

E’ NECESSARIO CHE LA PROVINCIA REALIZZI UN COORDINAMENTO PER AFFRONTARE L’EMERGENZA SOVRAFFOLLAMENTO

Capannori risponde all’sos lanciato dal Sappe per il carcere

Il vicesindaco Menesini conferma l’attenzione dell’amministrazione sul tema

Non si fa attendere la risposta dell’amministrazione di Capannori all’appello del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziari) che chiede agli enti territoriali di intervenire per cercare soluzioni alla drammatica situazione in cui imperversa il penitenziario San Giorgio.
Il vicesindaco Luca Menesini, infatti, domanda alla Provincia di realizzare il coordinamento che già aveva annunciato, perché un tavolo provinciale è il luogo idoneo dove affrontare a livello istituzionale la questione, da tutti ritenuta intollerabile. Secondo l’assessore capannorese, adesso sussistono le condizioni per procedere in questa direzione.
“Da oltre un mese il sindaco Del Ghingaro – dice Menesini – s’è recato al penitenziario di Lucca per vedere con i suoi occhi la condizione di lavoro delle guardie e quella in cui vivono i carcerati. Da Capannori avevamo già allora lanciato l’sos e chiesto di procedere per via istituzionale. E’ necessario avviare quanto prima un tavolo di coordinamento con gli enti locali, le associazioni, il mondo del volontariato e le cooperative del terzo settore per trovare le sinergie necessarie a dare vita a percorsi formativi, educativi e professionalizzanti per la popolazione carceraria. I detenuti, oggi, si occupano solo delle pulizie e della cucina. Perché una volta nella società civile non tornino a delinquere bisogna trasformare la mera detenzione in un processo di reinserimento sociale”.  
I numeri raccolti da Capannori parlano da soli: la capienza del San Giorgio è di 90 persone. Attualmente ve ne sono quasi il doppio. In ogni cella, di 3 metri per 3 metri, convivono tre o quattro carcerati. In altre parole, in alcune sezioni qualcuno per scendere dal letto deve camminare sopra il letto di un altro. La popolazione detenuta, inoltre, è prevalentemente extracomunitaria.
“L’organico degli agenti è insufficiente – conclude il vicesindaco di Capannori -. Sono in novanta, con turni massacranti. Il Ministero di Giustizia continua a tagliare i fondi, ma c’è bisogno del contrario. La piaga del sovraffollamento, infatti, è anche il frutto di una politica che ritiene il carcere uno strumento per diffondere sicurezza pubblica. In realtà, la mera carcerazione provoca l’aumento della criminalità”.

Capannori, 29 ottobre 2009