lunedì 1 febbraio 2010

'EDUCARE L'ANIMA AI TEMPI DELLA TECNICA': UMBERTO GALIMBERTI NE PARLERA' IL 5 FEBBRAIO A VILLA BRUGUIER DI CAMIGLIANO

Giovani studenti e adulti a lezione da Umberto Galimberti che il prossimo 5 febbraio sarà a Lucca e a Capannori, per partecipare a due incontri su iniziativa del Comune di Capannori in collaborazione con la Provincia di Lucca e il Cesdop.

Il nichilismo dei giovani e i nuovi miti' è il tema del primo incontro in programma alle 11.15 nella Sala Mario Tobino di Palazzo Ducale con gli studenti delle scuole superiori. Incontro che permetterà al filosofo di approfondire anche i temi affrontati nel suo più recente lavoro, ‘I miti del nostro tempo’, recentemente pubblicato da Feltrinelli.

'Educare l'anima ai tempi della tecnica' è inoltre l'affascinante titolo dell'incontro al quale Galimberti, docente di 'Filosofia della Storia' all'Università 'Ca' Foscari di Venezia, parteciperà la sera di venerdì 5 febbraio alle ore 21.00 a Villa Bruguier di Camigliano. Anche l'incontro serale sarà l'occasione per parlare dei 'miti' odierni: "giovinezza e intelligenza, felicità e amore materno. E poi moda e tecnica, sicurezza e potere e ancora mercato, crescita economica, nuove tecnologie. Sono i miti del nostro tempo, le idee che più di altre ci pervadono e ci plasmano come individui e come società".

“L’incontro con Umberto Galimberti – commenta l’assessore provinciale alle Politiche giovanili e al Sociale, Mario Regoli – rappresenterà per i giovani l’occasione per confrontarsi con il filosofo che avrà modo di esprimere le sue considerazione sui grandi equivoci del tempo che stiamo vivendo e come questi si ripercuotono in maniera, a volte anche drammatica, sulle vite di tutti noi”.

Memore della lezione di Emanuele Severino, di cui è stato allievo, e di Heidegger, Galimberti sostiene che nelle condizioni attuali l’uomo non è più al centro dell’universo come intendeva l’età umanistica. A suo parere tutti i concetti chiave della filosofia (individuo, identità, libertà, salvezza, verità, senso, scopo, natura, etica, politica, religione, storia) dovranno essere riconsiderati in funzione della società tecnologica attuale.

"La tesi di Galimberti è di grande attualità - sostiene l'assessora alla cultura, Leana Quilici -, perché pone interrogativi fondamentali sulla condizione dell'uomo oggi e in futuro, sul rapporto tra la razionalità, elemento alla base della tecnica e quindi sempre più dominante nella nostra società e l'irrazionalità e quindi passioni e sentimenti. Temi di grande interesse per tutti e in particolare per le nuove generazioni".

L'incontro con Galimberti, ad ingresso libero, sarà aperto dalla performance "Charta sporca" realizzata dalla compagnia 'Ultrà-Off'.

Umberto Galimberti: nato a Monza nel 1942, Umberto Galimberti è stato dal 1976 professore incaricato di Antropologia Culturale e dal 1983 professore associato di Filosofia della Storia. Dal 1999 è professore ordinario all’università Ca’ Foscari di Venezia, titolare della cattedra di Filosofia della Storia.

Nelle sue opere più importanti come Heidegger, Jaspers e il tramonto dell'Occidente (1975), Psichiatria e Fenomenologia (1979), Il corpo (1983), La terra senza il male. Jung dall'inconscio al simbolo (1984), Gli equivoci dell’anima (1987) e Psiche e techne. L'uomo nell'età della tecnica (1999), Galimberti indaga il rapporto che effettivamente sussiste tra l’uomo e la società della tecnica.

Al centro del discorso filosofico di Galimberti c’è la tecnica, che secondo il filosofo è il tratto comune e caratteristico dell’Occidente. La tecnica è il luogo della razionalità assoluta, in cui non c’è spazio per le passioni o le pulsioni, è quindi il luogo specifico in cui la funzionalità e l’organizzazione guidano l’azione.

Come "analfabeti emotivi" assistiamo all'irrazionalità che scaturisce dalla perfetta razionalità dell'organizzazione tecnica, priva ormai di qualunque senso riconoscibile. Non abbiamo i mezzi intellettuali per comprendere la nostra posizione nel cosmo, per questo motivo ci adattiamo sempre di più all’apparato e ci adagiamo sulle comodità che la tecnica ci offre. Ciò di cui necessitiamo è un ampliamento psichico capace di compensare la nostra attuale inadeguatezza. Il valore più profondo del pensiero di Galimberti consiste, appunto, nel tentativo di fondare una nuova filosofia dell'azione che ci consenta, se non di dominare la tecnica, almeno di evitare di essere da questa dominati.

Capannori, 1 febbraio 2010